test che registra l'attività del nervo acustico in risposta a stimoli sonori, attraverso elettrodi posizionati sulla cute del cranio.
metodica strumentale che permette di determinare l'intensità soggettiva dell'acufene (loudness) e il range tonale (frequenza o pitch).
l'acufene o "tinnitus" è la percezione di un suono non presente nell'ambiente ma generato all'interno dell'apparato uditivo o delle strutture anatomiche circostanti.
rappresenta una modesta elevazione della soglia uditiva che si verifica, per brevissimo tempo, dopo la presentazione di uno stimolo sonoro, indipendentemente dalla intensità dello stimolo.
incapacità a riconoscere persone, oggetti e il proprio corpo mediante la vista, il tatto o l'udito senza che ci siano disturbi delle sensazioni elementari (R. Angeleurgues – H. Hécaen).
perdita uditiva completa monolaterale
dispositivo elettronico che elabora e amplifica i suoni ambientali riproponendoli a volume aumentato all'orecchio della persona con deficit uditivo.
apparecchio acustico erogabile dal SSN (previo contributo).
aree corticali deputate alla ricezione e decodificazione dei suoni.
malformazione congenita caratterizzata dalla mancanza della normale pervietà del condotto uditivo esterno, spesso associata ad alterazione del padiglione auricolare e dei componenti dell'orecchio medio.
grafico dove è espressa la capacità uditiva del soggetto testato, per via aerea e per via ossea, per entrambe le orecchie.
disciplina medico-specialistica che studia i meccanismi uditivi, l'anatomia e la fisiologia dell'apparato uditivo, la sua patologia, le metodiche diagnostiche e la terapia.
test, non invasivo, che permette di stabilire la soglia uditiva, cioè la minima intensità sonora che una persona è in grado di percepire.
test non invasivo, che permette di definire la capacità di discriminazione della voce parlata a diverse intensità sonore.
sensazione uditiva, alcune volte spiacevole, di ascolto della propria voce o dei rumori del proprio corpo aumentati di volume o distorti.
trauma dell'orecchio medio e della membrana del timpano, dovuto ad una variazione eccessiva di pressione tra l'aria contenuta nell'orecchio medio e quella esterna.
letteralmente "protesi acustica ancorata all'osso". Indicata inizialmente per tutte le ipoacusie di tipo trasmissivo o misto, l'utilizzo è stato esteso anche ai deficit neurosensoriali di grado medio.
insieme degli ossicini (martello, incudine e staffa), dell'orecchio medio.
porzione dell'orecchio interno dove sono contenute le cellule cigliate. Il suo nome lo deve per la particolare conformazione a spirale.
perdita uditiva totale bilaterale (oltre 120 dB). Niente viene percepito.
neoformazione non maligna dell'orecchio medio, di natura infiammatoria o congenita la cui matrice è costituita da epitelio pavimentoso stratificato cornificante.
metodica terapeutica che sfrutta le proprietà curative delle acque minerali.
unità di misura dell'intensità sonora.
alterazione patologica delle normali funzioni cerebrali con progressiva perdita del numero, dell'efficacia e della modificabilità delle connessioni sinaptiche in specifiche aree cerebrali.
disturbo del linguaggio di tipo motorio, che consiste nella difficoltà a effettuare i movimenti necessari per l'articolazione della parola, determinato da un'alterazione delle vie nervose.
stimolazione con suoni diversi per entrambe gli orecchi.
stimolazione con suoni uguali per entrambe gli orecchi.
disturbo del linguaggio che determina l'incapacità a ordinare le parole secondo uno schema logico.
deficit motorio delle corde vocali che si esprime con un'alterazione della voce.
incapacità a compiere un movimento volontario.
metodo diagnostico utilizzato per studiare l'attività elettrica cocleare. Utile per le perdite uditive di origine sconosciuta.
metodo di indagine elettrofisiologica che consiste nella registrazione elettronica del nistagmo.
suoni deboli prodotti dalle cellule ciliate esterne in risposta ad una stimolazione acustica e registrati da un piccolo microfono inserito nel condotto uditivo esterno.
liquido contenuto nel labirinto membranoso dell'orecchio interno
paura inconscia a esporsi a suoni particolari a prescindere dall'intensità sonora di questi suoni.
strumento misuratore di livello sonoro.
nell'uomo, segnali sonori compresi tra 20 e 20.000 Hz
strumento necessario per l'esecuzione dell'esame vestibolare, costituito da una maschera con lenti da 20 diottrie. Evidenziazione del nistagmo.
otite siero-mucosa dell'infanzia.
per gli apparecchi acustici è la differenza di livello sonoro, espressa in decibel, tra il segnale di ingresso e l'uscita dell'amplificatore.
unità di misura internazionale della frequenza di un suono.
aumento della pressione dell'endolinfa contenuta nel labirinto membranoso dell'orecchio interno. L'idrope endolinfatico può manifestarsi come malattia di Menière.
esame diagnostico, non invasivo, che fornisce indicazioni circa la motilità della membrana timpanica (timpanometria), la presenza di versamento endotimpanico e la presenza o meno dei riflessi stapediali.
dispositivo elettronico, che sostituisce le funzioni dell'orecchio esterno, medio e della coclea. Trova giusta indicazione in persone gravemente sorde che traggono scarso o nullo beneficio dall'utilizzo degli apparecchi acustici.
dispositivo elettronico impiantato chirurgicamente che fornisce sensazioni uditive in pazienti anacusici, con compromissione della coclea o del nervo uditivo tale da impedire il posizionamento di un Impianto Cocleare. L'ABI sfrutta una tecnologia simile a quella dell'IC, ma la stimolazione elettrica avviene a livello del Tronco Encefalico, anziché a livello cocleare.
ossicino dell'orecchio medio, inserito tra martello e staffa.
segnali acustici di frequenza inferiore a 20 Hz.
(comp. di iper- e del gr. ákoysis "audizione”) aumento aberrante della sensibilità uditiva, che molto spesso è associata alla percezione di suoni (acufeni).
diminuzione della percezione sonora determinata da una alterazione della funzionalità del sistema uditivo.
riduzione della capacità uditiva il cui inizio si è verificato dopo la nascita.
riduzione della capacità uditiva presente fin dalla nascita.
processo infiammatorio a carico dell'orecchio interno con violente crisi di vertigine oggettiva rotatoria.
unità fonetiche senza significato (es. rati, sovi) utilizzati in audiometria vocale.
cambiamenti di posizione del corpo e della testa del paziente - sotto guida del medico - atte a eliminare gli otoliti distaccati, causa di vertigine posizionale, liberando così il canale interessato.
ossicino dell'orecchio medio, anteriormente inserito nel contesto della membrana del timpano e posteriormente in continuità con l'incudine.
in audiologia è l'utilizzo di un suono distraente, inviato all'orecchio che sente meglio, per valutare la capacità uditiva dell'orecchio peggiore. Viene utilizzato quando la differenza tra i due orecchi è di almeno 40 dB.
struttura che chiude il condotto uditivo esterno con ruolo di recettore di pressione. Presenta un aspetto ellittico, vibra in seguito alle sollecitazioni della pressione sonora imprimendo movimenti alla catena degli ossicini.
disturbo dell'orecchio interno che provoca episodi di vertigine, ipoacusia fluttuante, acufeni, sensazione di orecchio pieno (fullness) e alcune volte nausea e vomito.
intervento chirurgico di ricostruzione anatomica della membrana timpanica lesionata.
intolleranza nei confronti di specifici suoni, che provoca sensazioni di ansia, stress e rabbia, a prescindere dal volume del suono stesso.
VIII paio dei nervi cranici (ciascuno formato dal cocleare e vestibolare). Il cocleare è preposto alla trasmissione degli stimoli sonori dalla coclea al sistema nervoso centrale. Il vestibolare preposto alla trasmissione degli stimoli connessi con l'equilibrio statico e dinamico.
tumore benigno dell'VIII nervo cranico, generalmente a lento accrescimento, non infiltrante, determinato da un'iperproduzione delle cellule che normalmente avvolgono le fibre del nervo (cellule di Schwann).
disfunzione del sistema uditivo, non riconducibile ad una classica lesione cocleare, con conseguente alterazione del "processing" del segnale uditivo.
movimento involontario degli occhi, la cui ricerca è utile per lo studio del sistema vestibulo-oculomotore.
dolore auricolare di solito causato da una affezione extra auricolare.
termine generico che definisce un'affezione di natura infiammatoria (batterica o virale) o traumatica, acuta o cronica di una o più componenti dell'orecchio.
dolore auricolare causato da una lesione dell'orecchio.
vedi Emissioni Otoacustiche.
piccole formazioni di ossalato di calcio contenuti nell'endolinfa dell'orecchio interno.
fuoriuscita di sangue dal condotto uditivo esterno.
fuoriuscita dal condotto uditivo esterno di una secrezione sierosa, muco-purulenta o purulenta.
patologia dell'orecchio medio causata da un processo distrofico della capsula otica.
azione dannosa esplicata da alcuni farmaci su uno o più componenti dell'apparato uditivo.
struttura posta simmetricamente ai lati della testa, a forma di conchiglia molto irregolare, al cui centro è posto il poro acustico esterno (imbocco del condotto uditivo). Lo scheletro è formato da cartilagine rivestita di cute.
liquido presente tra il labirinto osseo e membranoso, diverso dall'endolinfa per la composizione chimica (contenuto elevato di sodio e basso di potassio).
intervento chirurgico, in caso di otosclerosi, in cui si asportano le branche della staffa, la platina della staffa, con successiva messa in sede della protesi che sostituirà la staffa.
intervento chirurgico, in caso di otosclerosi, in cui si crea un foro nella platina della staffa, al fine di introdurre un piccolo pistone (protesi) che sostituirà la staffa.
test che registrano l'attività del nervo acustico in risposta a stimoli sonori, attraverso elettrodi posizionati sulla cute del cranio.
riduzione della capacità uditiva che subentra con l'età per i fenomeni di senescenza fisiologica, con insorgenza graduale e progressione lenta.
vedi apparecchio acustico.
scienza che analizza le reazioni psichiche dell'essere umano alla stimolazione sonora.
essudato caratteristico delle infezioni purulente.
dall'inglese "reclutamento", indica una perdita di linearità nella relazione tra sensazione (loudness) e intensità di uno stimolo sonoro. A piccoli incrementi della intensità dello stimolo si producono incrementi sproporzionatamente grandi della loudness.
registrazione della contrazione del muscolo stapedio indotta da un suono di elevata intensità. La contrazione del muscolo stapedio determina un irrigidimento del sistema timpano-ossiculare con ruolo protettivo nei confronti delle cellule acustiche cocleari.
test che stabilisce il rapporto tra la durata della percezione sonora per via ossea e quella per via aerea, quest'ultima maggiore nell'udito normale.
diminuzione dell'intelligibilità verbale, in funzione dell'aumento dell'intensità sonora. Alta significatività di lesione del nervo acustico.
test otoneurologico atto a definire un deficit labirintico.
struttura dell'orecchio medio, composta da membrana del timpano e catena degli ossicini (antero-posteriormente: martello, incudine, staffa), deputata alla trasmissione meccanica del suono.
dal termine inglese wireless (senza fili) indica una comunicazione tra dispositivi elettronici (es. apparecchio acustico - cellulare) senza l'utilizzo di cavi. I sistemi wireless utilizzano onde radio a bassa potenza; tuttavia la definizione si estende anche ai dispositivi, meno diffusi, che sfruttano la radiazione infrarossa o il laser.
deficit uditivo con gravità tale, da non poter trarre alcun beneficio da nessuna amplificazione acustica.
rapida perdita dell'udito che compare improvvisamente o, al massimo, entro tre giorni dall'insorgenza di sintomi anticipatori (acufeni, sensazione di orecchio pieno, alterazioni uditive).
"si considera sordomuto, il minorato sensoriale dell'udito, affetto da sordità congenita o acquisita durante l'età evolutiva che gli abbia impedito il normale apprendimento del linguaggio parlato"Legge n. 381 del 1970, art. 1, comma 2°. Allo stato attuale potremmo definire sordomuto, una persona sorda non riabilitata.
strategia terapeutica utilizzata per il trattamento degli acufeni o di altri disturbi con componente psicosomatica.
indagine strumentale atta a misurare e valutare la funzione del sistema posturale statico e dinamico.
ossicino dell'orecchio medio, anteriormente in collegamento con l'incudine e, posteriormente, in continuità con la finestra ovale cocleare.
vibrazione generata da un corpo (sorgente sonora), trasmesso da un mezzo elastico (aria), capace di provocare una sensazione uditiva.
valutazione delle variazioni dell'impedenza acustica misurata alla membrana del timpano. Con la timpanometria si misura “l'elasticità” del sistema timpano-ossiculare.
sclerosi della membrana timpanica.
segnali acustici superiori a 20.000 Hz.
anomala sensazione di movimento del corpo o dell'ambiente circostante, scatenata da alterazioni del sistema vestibolare (sistema deputato al controllo dell'equilibrio statico e dinamico).
forma comune di vertigine provocata da cambiamenti della posizione della testa, determinata dal distacco, di piccole formazioni di ossalato di calcio (otoliti) contenuti nell'endolinfa dell'orecchio interno, con conseguente stimolazione meccanica dei recettori labirintici.
test diagnostico per via ossea, utile nella diagnosi differenziale delle ipoacusie.